William Shakespeare

La Vita

William Shakespeare nacque nel 1564 a Statford-Upon-Avon, una cittadina non molto lontana da Londra. Egli era il terzo di otto figli ed il padre probabilmente era un guantaio, mentre la madre era figlia di proprietari terrieri. Sugli studi dell’autore non si hanno molte informazioni e quasi sicuramente egli non frequentò nessuna università. A soli diciotto anni sposò Anne Hathaway, dalla quale ebbe tre figli, l’ultimo dei quali nacque quando Shakespeare aveva appena 21 anni e successivamente non si hanno tracce del poeta per diverso tempo.
Qualche anno dopo, invece, egli compare a Londra come promettente attore e autore teatrale e qui vive solo, lontano dalla famiglia, senza tuttavia interrompere i contatti con essa. Sempre a Londra Shakespeare conosce il conte di Southampton, il quale sarà suo protettore e mecenate ed inoltre, in breve tempo, egli riesce anche a diventare comproprietario del Globe

Theatre, il maggior teatro londinese. Nel 1596, però, muore a soli 11 anni l’unico figlio maschio del poeta, Hamnet, e questa perdita segnerà profondamente le sue opere successive. Nel 1603, alla morte di Elisabetta, sale sul trono di Inghilterra Giacomo I e il nuovo re apprezza molto il poeta tanto da invitarlo spesso a corte insieme alla sua compagnia teatrale, che fa chiamare King’s Men, Compagnia del re. Infine, Shakespeare trascorre gli ultimi anni della sua vita a Statford- Upon-Avon e qui muore nel 1616. Alcuni anni dopo la sua morte, nel 1623, due suoi amici e collaboratori pubblicarono un’importante raccolta delle sue opere teatrali, conosciuta come «primo in folio».

Le opere

Le opere teatrali di William Shakespeare rappresentano uno dei vertici assoluti della letteratura mondiale per la loro straordinaria ricchezza tematica, profondità psicologica e varietà stilistica. Ogni suo dramma, sia esso una commedia, una tragedia o un’opera storica, si distingue per l’originalità con cui indaga la natura umana, sondando emozioni e conflitti che restano universali e attuali anche a distanza di secoli.

Uno degli aspetti più affascinanti della sua produzione è la capacità di trattare temi eterni e universali, come l’amore, il potere, la vendetta, la follia, la giustizia, il tradimento e la morte.

Inoltre, Shakespeare mostra una grande attenzione per i temi politici, storici e analizza il potere, la legittimità dell’autorità, il ruolo della propaganda e i pericoli dell’ambizione sfrenata. Queste tragedie storiche riflettono anche le tensioni del suo tempo, pur mantenendo una portata universale.

Non meno significativa è la dimensione del fantastico e del soprannaturale, che Shakespeare introduce con maestria per esplorare l’inconscio e l’irrazionale. 

I personaggi shakespeariani sono tra i più complessi e sfaccettati della storia del teatro. Lungi dall’essere figure stereotipate, essi esprimono la molteplicità dell’animo umano: sono spesso lacerati da contraddizioni interiori, agiscono mossi da impulsi contrastanti e cambiano nel corso della narrazione. Anche i personaggi secondari o comici, come il buffone o il servo, hanno spesso un ruolo chiave nella riflessione filosofica dell’opera.

AMLET

Amleto è una tragedia scritta da William Shakespeare, probabilmente intorno al 1600. La storia ruota attorno a Amleto, principe di Danimarca, che si trova a dover affrontare la morte del padre, il re, e la successiva ascesa al trono dello zio Claudio, che sposa la madre di Amleto, Gertrude. Amleto è profondamente turbato dal fatto che suo padre sia stato ucciso da Claudio, e si impegna in una missione di vendetta. Il fantasma del re defunto appare ad Amleto e gli rivela che è stato ucciso dallo zio, spingendolo a vendicare la sua morte. Amleto, però, è tormentato dal dubbio e dalla difficoltà di agire, essendo diviso tra il desiderio di vendetta e la sua naturale indole riflessiva. Nel frattempo, altre figure importanti come Ofelia (la ragazza di Amleto), Polonio (padre di Ofelia), e Laerte (fratello di Ofelia) sono coinvolti nei suoi dilemmi. La tragedia culmina in un drammatico finale, in cui Amleto, Laerte, Claudio e Gertrude muoiono in un duello e una serie di intrighi, e il trono di Danimarca viene preso da Fortinbras, principe di Norvegia.

Giulio Cesare è una tragedia storica scritta da William Shakespeare, probabilmente intorno al 1599. L'opera racconta gli eventi che precedono e seguono l'assassinio del leader romano Giulio Cesare, focalizzandosi sulle tensioni politiche e morali che scaturiscono dalla sua morte. La trama si concentra su Bruto, un nobile romano e amico di Cesare, che, spinto dal timore che Cesare possa diventare un tiranno e distruggere la libertà della Repubblica, decide di unirsi a una congiura per assassinarlo. Cassio, un altro cospiratore, convince Bruto che Cesare sia una minaccia per la Repubblica, e insieme con altri complottisti progettano di uccidere Cesare. Nonostante i tentativi di Cesare di ignorare i presagi e gli avvertimenti il piano va a buon fine e Cesare viene ucciso nel Senato. Dopo la morte di Cesare, si scatenano conflitti politici e personali. Marco Antonio, un altro alleato di Cesare, tenta di vendicare l'assassinio, pronunciando il celebre discorso alla folla, in cui esprime la sua rabbia e la sua retorica. La sua abilità oratoria riesce a incitare la popolazione contro i congiurati. La tragedia esplora temi di lealtà, tradimento, ambizione e il destino di una Repubblica che sta per cedere il passo all'impero. Alla fine, Bruto e gli altri cospiratori vengono sconfitti dalle forze di Marco Antonio e Ottaviano, e la Repubblica di Roma viene definitivamente distrutta.